Profondo cielo

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Cresent Nebula, questa nebulosità è il proseguimento intorno a Gamma Cigni, e come si vede è molto ricco di stelle ed altre Nebulose. La Crescent Nebula (NGC 6888) è una nebulosa ad emissione e dista da noi 5.000 anni luce. Il mosaico in questione è composto da due frane ripresi ancora una volta con la mitica 2415, sviluppata con agitazione e capovolgimenti della Tank controllati da un circuito elettrico pausa-lavoro in modo da ottenere risultati ripetibili nel tempo.
I frame sono stati trattati con i nuovi algoritmi Photoshop CS4 e camera RAV, che non hanno niente da invidiare ad altri software.


Gamma Cigny, una bella nebulosità intorno alla stella Gamma del Cigno. Questa nebulosità si estende per diversi gradi quadrati: in questo mosaico composto da due frame, è rappresentata solo la parte più significativa e non è stato facile raggiungere una certa morbidezza senza perdere troppi dettagli. Anche in questo caso, la Luminanza ottenuta è stata trattata con FITS Liberator, sfruttando a pieno le sue potenzialità. Anche l'RGB è stato applicato con lo stesso Plugin, lasciando a Photoshop l'allineamento per realizzare il mosaico.


M101 e i suoi “cloni”: parola quest’ ultima che può far discutere, ma in questo caso la clonazione si è rivelata propizia. In realtà questa foto è stata ripresa in afocale con una camera Nikon 995. Lo strumento è stato corredato di un oculare da 40mm di focale, e 42mm di diametro, avente un’apertura f/0.95, (parametro da non sottovalutare ai fini della vignettatura e della luce trasmessa, con riprese in afocale). Impostando lo zoom della Nikon a 20mm, la focale primaria del telescopio si è ridotta da 1.250 a 625mm e di conseguenza l’apertura del complesso, è salita f/2,5. Un buon rapporto di luminosità che ha permesso di eseguire 20 pose da un minuto con l’impostazione NR (Noise Reduction) nel menu della camera e sensibilità impostata a 800 ISO. Al “treno” di frame 1-20 è stato sottratto, in un primo momento, solo il classico Dark con Registax, dopodiché l’intero “treno” è stato duplicato, ottenendo due serie di frame 1-20 perfettamente uguali tra loro. Della prima serie ne è stata fatta la pura media, dopo l’allineamento e relativo accatastamento con Registax. La serie duplicata ha seguito un’altra strada: le 20 pose clonate sono state allineate con Photoshop, a due a due (1-2, 3-4, 5-6…..) con i livelli e salvate come livelli separati, poi mediate e parzialmente sommate variando la scala per incrementare il segnale. Queste immagini clonate, cosi trattate, sono diverse fra loro come gli originali e pertanto è possibile sommarle ed ottenerne la media. Il risultato finale della prima serie è un'immagine esente da grana, ma troppo morbida, mentre la seconda serie, avendo subito un incremento del segnale mostra maggior dettaglio, ma anche un rumore termico poco accettabile. Questi due frame cosi ottenuti sono stati mediati fra loro dando origine alla foto finale. Come si può evincere da queste righe, le immagini clonate dall’originale non sono sempre impossibili da adoprare, come viene comunemente descritto. In certi casi possono essere trattate come comuni originali e allo stesso tempo ci fanno risparmiare ore di lavoro, al freddo sul campo di ripresa.


Questa foto raffigura il telescopio accessoriato per la ripresa di M101. L’ST4 durante la guida fuori asse, riceve la luce da uno specchietto costruito a semicerchio per aumentare e facilitare le possibilità di trovare la stella di guida. Essendo il telescopio aperto a f/5, l’ST4 con integrazioni di 3-4 secondi esegue una agevole guida con stelle di 12-13 magnitudini, grazie anche alla puntiformità stellare fino ai bordi con formato 24x36. Durante questa ripresa di M101, l’oculare avente una lunghezza focale di 40mm in combinazione con la focale primaria di 1250mm, produce 31,25 ingrandimenti che moltiplicati per la focale dell’obiettivo della Nikon nel caso 20mm ( focale relativa allo zoom utilizzato in quel momento), si ottiene la focale equivalente utilizzata di 625mm. Detta focale può anche risultare dividendo la focale dell’obiettivo Nikon per la lunghezza focale dell’oculare: 20mm/40mm= 0,5x1250=625mm. La riduzione della lunghezza focale, risultante da tutto il complesso, fa salire il rapporto di apertura f/5 ad f/2,5 con un incremento di luce pari a due stop: cosa che ha permesso di realizzare questa foto.


, Una piccola nebulosa che è preferibile riprendere con le camere CCD e lunghe focali, date le sue piccole dimensioni. Con la focale di ripresa di 1250mm. si inizia svantaggiati, dato che le sue misure lineari arrivano appena 2x1,5 mm. sul piano focale. Quasi per scommessa, contando sulla risoluzione elevata della 2415, ne è stata tentata la ripresa. Tutto sommato il risultato è stato abbastanza soddisfacente. Le tre pose di 45 minuti, con pellicola hyper. insieme al filtro Lumicon (che per quanto si dica, assorbe molta luce) hanno permesso di ottenere un’immagine mediata con i livelli, e qui la media è stata davvero necessaria, dato l’ingrandimento sostenuto per avere questa foto. I mezzi toni sono stati esaltati dalla solita Maschera-Inverti-Scolora. Anche in questa immagine oltre allo Stretching dell’istogramma è stato necessario applicare solo alle stelle il filtro Minimo-Raggio-1, dato che le stelle, per l’alto ingrandimento lineare (esattamente 80 diametri) apparivano come dischetti un po’ maggiorati, disturbando l’osservazione.


M13 (NGC 6205) , ammasso globulare in Hercules Un ammasso globulare tra i più gettonati del nostro cielo, non eccessivamente difficile da riprendere. Fotografato al primo fuoco (800 f/4) con pellicola 2415, hyper. + filtro Lumicon a larga banda. E’ stata eseguita una posa da 40 minuti per riprendere anche le due galassie NGC 6207 di magnitudine 12,23 e NGC 2588-2038 di magnitudine 14,1 ed una posa più breve di 10 minuti per il nucleo di M13. Le due pose sono state compositate con Photoshop. Il fondo cielo, essendo chiaro è stato scurito prima con Colore-selettivo nero. Al momento della ripresa la magnitudine limite, ad occhio nudo, era la quinta.


M27 (NGC 6853) , la nebulosa Manubrio in Vulpecula.
Questa nebulosa planetaria, pur essendo fra le più estese, sottende un angolo sempre piccolo di appena 8’x5’ primi d’arco. La ripresa in luminanza, con due esposizione di 40 minuti + filtro Lumicon su pellicola 2415 non hyper, è stata sviluppata con Kodak D19 per 6 minuti a 22°, ottenendo un buon contrasto; le due pose sono state sommate e divise per due, ottenendo una buona media. Il buon inseguimento manuale ha permesso di avere stelle nette e puntiformi. Uno Stretching-lineare + Maschera-Sfuocata, hanno reso l’immagine ben contrastata e abbastanza staccata dal fondo-cielo. Questa maschera, se risulta troppo chiara, può essere variata in percentuale in termini di “densità”, impostando un valore percentuale da 0 a 100 (Photoshop 6 o superiore). La crominanza RGB è stata aggiunta in ultima fase, col metodo Fusione Colore.


M33 (NGC 598) , galassia in Triangulum.
Chi tenta di fotografare questo oggetto un po’ elusivo, si lamenta spesso per la carenza di definizione che si ottiene in conseguenza della sua bassa brillantezza superficiale. Per riuscire ad ottenere sufficienti dettagli in proporzione all’apertura, occorre un seeing buono ed una pellicola che abbia una risoluzione prossima al secondo d’arco. La galassia M33, qui riprodotta, segue quasi gli stessi parametri delle altre foto. Scendendo in dettaglio, sono state fatte quattro pose di 70 minuti+filtro Lumicon e pellicola 2415 hyper. Il cielo era molto trasparente, ma le luci di città aleggiavano fino a 45° sopra l’orizzonte. Le quattro pose sono state mediate, due a due, con Applica-Immagine, variando la scala, da Scala-2, a Scala-1,8. Uniti i livelli, la Maschera-Inverti-Scolora, ha lavorato molto bene esaltando i bracci e tutte le nodosità. Per mettere in risalto tutti gli IC ed i relativi filamenti, è stata necessaria una leggera Maschera-Sfuocata-Sottrai. Questa immagine finale in luminanza è migliore se trasformata in LRGB, dato che i colori mettono meglio in evidenza specialmente gli IC e gli NGC.


M45 (NGC 1432/5), , le Pleiadi, ammasso aperto in Taurus.
Questo bellissimo ammasso aperto, stentava a mostrare la nebulosità che circonda le singole stelle. Sappiamo tutti che da cieli cittadini, o di periferia, il risultato è deludente, ma con opportuni accorgimenti è possibile ovviare a certi problemi. Dopo numerose prove effettuate sul campo, è stato ottenuto un certo risultato. La foto in questione è l’insieme di due pose di 70 minuti in luminanza con pellicola 2415 + filtro Lumicon + filtro Violetto in gelatina. Queste due pose sono state mediate fra loro con Applica-Immagine, (Photoshop) però, anziché lasciare la Scala-2 come di regola per fare la media, è stato impostato il valore Scala-1,5, con lo scopo di ottenere un’immagine mediata, ma più contrastata, facendo attenzione a non saturare le alte luci. In ultimo è stata applicata la Maschera-Inverti-Scolora. Cliccando sull’anteprima di questa maschera ci possiamo rendere conto di quanto è valida questa metodica di Photoshop.


M51 (NGC 5194) , galassia in Canes Venatici.
Questo sistema extragalattico, quando passa al meridiano locale, di solito appare in una zona abbastanza buia, anche se visto dalla città. Facendo leva sull’elaborazione messaci ha disposizione da Photoshop, si possono evidenziare bene anche le scure linee di polvere spiraleggianti intorno al nucleo. Con la pellicola 2415 sono state riprese quattro immagini di 60 minuti con filtro Lumicon. All’inizio, si è resa necessaria una piccola regolazione di contrasto prima della media, effettuata con i Livelli a due a due impostando la trasparenza al 50% sul secondo Livello. In fase successiva, dopo aver impostato unico Livello sulle due immagini, con Intervallo-Colori è stata selezionata l’intera M51 per essere processata con Maschera-Inverti-Scolora, separatamente dalle stelle. In questa circostanza le due foto sono state mediate e, allo stesso tempo, tutte le tonalità intermedie sono state esaltate notevolmente. Tutti i dettagli sono stati evidenziati con la Maschera-Sfuocata-Inverti applicata a tutta la foto. Con questo passaggio è stata evidenziata anche la galassia in alto al centro. Il fondo-cielo è stato reso più scuro con Colore-Selettivo nero. Anche le stelle hanno subito un aumento di brillantezza con Colore-Selettivo, impostando il colore bianco. In tutte le foto qui riprodotte, alcune stelle possono apparire più o meno brillanti rispetto a riprese degli stessi soggetti effettuate senza filtro Lumicon. Questo perché certe lunghezze d’onda vengono tagliate o esaltate dal filtro stesso, che di conseguenza può esaltare alcune stelle a scapito di altre o viceversa.


M57 (NGC 6720) , la nebulosa ad anello in Lyra.
Questo anello di gas è angolarmente molto piccolo, e con la focale di ripresa non si può pretendere più di tanto. Ad ovest di M57 si nota una piccola galassia a spirale, IC 1296, di quindicesima magnitudine fotografica che, data la sua debolezza, rappresenta un buon test per valutare la bontà delle ottiche telescopiche. Anche le stelline centrali, un po’ offuscate dalla nebulosità interna all’anello, si prestano a testare lo strumento di ripresa. Ancora una volta, il filtro Lumicon e l’intramontabile 2415, hanno permesso di riprendere quattro pose da 40 minuti, in cui appare anche IC 1296. Una posa di 15 minuti, è stata ripresa per la struttura di M57. I quattro fotogrammi a posa più lunga, sono stati mediati a due a due con Applica-immagine, poi ogni coppia risultante, è stata compositata con la posa di 15 minuti per eliminare la saturazione dell’anello di gas. Le due coppie così ottenute, sono state mediate con i Livelli. Nel passo successivo dopo aver unito i Livelli, si è reso necessario applicare la Maschera-Inverti-Scolora, impostata al 50%, per espandere le deboli sfumature gassose. Il cielo nero al 90%, già salvato nell’Editore-Sfumatura-Sfumatura-Radiale applicato a tutto il fotogramma, ha permesso di ottenere questo buon risultato.


M31 e M32 (NGC 224 e 221) , galassie in Andromeda.
La Galassia di Andromeda, è un po’ come il fiore all’occhiello di ogni astrofilo, ma fotografarla non è poi così facile come sembra se ripresa da cieli di città come in questo caso. Questa immagine è strutturata con quattro pose di 70 minuti + 20 minuti per il nucleo, con filtro Lumicon su pellicola 2415 non hyper. Le quattro immagini sono state mediate (non sommate) a due a due mediante i livelli, avendo cura di impostare l’opacità del secondo livello al 50%, ottenendo due immagini. Successivamente la posa di 20 minuti è stata compositata con ciascuna delle due immagini precedenti, di cui una trattata con filtro Sfocatura-Gaussiana, (raggio 0,5) che in Photoshop 6 o superiore corrisponde al filtro Controllo-Sfuocatura. Le due immagini così ottenute sono state a loro volta mediate. Dopo aver unito i livelli, è stata applicata la Maschera-Inverti-Scolora, per aumentare la saturazione dei mezzi toni e delle ombre senza saturare le luci. Per esaltare tutti i dettagli, è stata applicata la Maschera-Sfuocata-Sottrai, escludendo le stelle, per mantenerle più nette. In ultimo la tonalità del cielo è stata resa quasi nera, con Colore-selettivo nero. E’stata, quindi, trasformata la luminanza in LRGB con il metodo Sfuoca-Fusione-Colore ed infine il metodo Livello-Fusione-Schiarisci per conferire al cielo il colore blu-notte.


M42 e 43 (NGC 1976 e 1982) , la grande nebulosa in Orione.
Due pose di 60 minuti hanno permesso di ottenere la registrazione delle più deboli sfumature di questa nebulosa, che non manca mai nella collezione di ogni astrofilo. Solo per la parte centrale è stata effettuata una terza posa di 15 minuti. La pellicola 2415 non hyper. con la sua finissima grana, in coppia con il filtro Lumicon (dato che tutte le foto sono state riprese da cieli cittadini), ha permesso di rilevare dettagli che non è possibile ottenere specialmente sulle stelle con pellicole a colori. Quando il seeing è ottimo, le pellicole a colori, anche la E200, pur essendo un’ottima pellicola, arriva a risolvere 30 micron, che con un telescopio 200-f/4, rileva dettagli non superiori a 7,7” secondi d’arco (0,030x206265/800=7,7”), contro 1,2” della Kodak 2415. Anche per questo motivo, è stato scelto di lavorare sempre in luminanza per ottenere un dettaglio maggiore senza aumentare la focale, con tutte le problematiche che seguono. Le due pose di 60 minuti sono state compositate singolarmente con quella da 15 minuti, allo scopo di eliminare la normale saturazione della parte centrale. I due compositi sono stati mediati con i livelli e l’immagine risultante è stata trattata prima con il metodo Maschera-Inverti-Scolora e successivamente con Maschera-Sfuocata-Sottrai. Queste due maschere sono state applicate solo alle nubi gassose e non alle stelle, che altrimenti, sarebbero apparse più morbide e le più luminose con un alone intorno. Il cielo è stato scurito al 90% con Colore-Selettivo-Nero. L’applicazione della crominanza sfuocata, a mio avviso, non essendo un problema, è stata applicata a processo ultimato (Photoshop 6 o superiore).


M8 & M20 , queste due nebulose rispettivamente Laguna e Trifida, per essere riprese nello stesso campo occorrono focali molto corte, oppure come in questo caso, comporre un mosaico con due frame diversi. Ancora la 2415 ha permesso un'ottima risoluzione evidenziando un numero elevato di stelle. FITS Liberator ha permesso un'ottima elaborazione con i suoi Stretching logaritmici ed esponenziali, realizzando frame pronti per essere allineati con Photoshop per realizzare il mosaico finale.


M81 e 82 (NGC 3031 e 3034) , galassie in Ursa Maior.
Anche questa foto è stata ripresa con pellicola kodak 2415 non ipersenzibilizzata, con una posa di 60 minuti per M81, e 40 minuti per M82. Per lo sviluppo dei due negativi è stato scelto il kodak Technidol uno sviluppo ricco di toni e molto morbido (quasi in contrasto con le foto del cielo). Questi negativi sono stati digitalizzati con 2700 dpi e una lettura integrata 16 volte, che permette di rilevare ogni più piccola sfumatura presente sul negativo. In seguito queste due immagini sono state compositate per eliminare la saturazione di M82, poi è stata fatta una stampa digitale 10x15 a 1440 dpi, che è stata successivamente scansita con uno scanner piano a 600 dpi, con l’accortezza di calibrare opportunamente contrasto e luminosità, allo scopo di mantenere tutte le sfumature, prima di procedere alla scansione. Questo ulteriore passaggio di scansione, contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, non degrada affatto l’immagine (anzi la migliora) se si ha a disposizione uno scanner di ultima generazione dotato della funzione di autonitidezza. Questa funzione, via software, prende in esame tutte le linee di confine, e solo quelle, tra una tonalità di grigio e un’altra, riducendone la larghezza e dando così origine ad un maggior dettaglio. Questa nuova immagine così ottenuta è stata aggiustata con Regolazione-Curve, e poi trattata con Maschera-Inverti-Scolora e, solo su M81, con Maschera-Sfuocata-Sottrai (Photoshop 6 o superiore). Nella parte centrale, l’oggetto rotondeggiante, sottoposto agli esperti della rivista “L’Astronomia” fu ipotizzato che potesse trattarsi di una Cometa con il radiante rivolto verso l’osservatore. La scia luminosa è stata, probabilmente, lasciata da un satellite polare che si stava immergendo nel cono d’ombra della Terra.


Nebulosa California , Questa nebulosità di ampie dimensioni è molto debole e richiederebbe cieli molto scuri di alta montagna, ma non sempre è possibile raggiungere i cieli sognati, con l'aiuto di filtri e tempi di posa maggiori è ancora possibile ottenere risultati accettabili. Il mosaico che la rappresenta è prodotto da tre frame compostati con Photoshop ed elaborati con il plugin gratuito messo a punto dalla NASA con sofisticati algoritmi, che difficilmente sono realizzabili con altri programmi dedicati. L'inquinamento luminoso disturba notevolmente questi oggetti molto elusivi, nel caso specifico è stato utilizzato un filtro anti inquinamento e di contrasto della Baader UHC-Sd, altrimenti dalla campagna Pistoiese non sarebbe stato possibile ottenere un risultato accettabile.


Nebulosa Cuore , il mosaico seguente composto da tre frame, anche se troppo sovrapposti, rendono l'idea della disposizione di questi gas che rappresentano proprio la forma di un cuore. La buona risoluzione dei tre frame è da attribuire all'alta risoluzione della pellicola Technical Pan 2415 e all'ottima resa dello strumento usato; anche se autocostruito a un'ottima resa e una lavorazione ottica prossima a lambda 32 è uno Smidt- Newton che essendo chiuso è poco sensibile al seeing che alle nostre latitudini non è mai perfetto.


NGC 2024 , la nebulosa Fiamma e Barnard 33, la nebulosa oscura Testa di Cavallo in Orione.
Una focale di 800mm. è ottima per riprendere questa immagine molto elusiva. Per ottenere una posa unica, come in questo caso, si deve esporre per molto tempo il fotogramma, dovendo lottare con il fondo-cielo che sempre emerge nelle lunghe pose. Il tempo di esposizione è stato di 170 minuti, diviso in due notti consecutive, riagganciando la stellina di guida la seconda notte, come nella ripresa della Rosetta. La guida è stata manuale. Il cielo di quelle serate indimenticabili non è stato dei migliori essendo relativo ad una zona industriale Pistoiese. Il negativo è stato scansito a 2700 dpi con 16 letture integrate, in modo che nulla andasse perduto del suo contenuto. Questa immagine è stata poi stampata sempre in negativo per meglio controllare le ombre. Successivamente, la stampa così ottenuta, è stata scanzionata con uno scanner piano con riduzione della grana e nitidezza variabile. L’immagine, una volta a video, è stata resa positiva e pronta per essere processata con Maschera-Inverti-Scolora, che lavorando nei mezzi toni, non tocca le alte luci. L’immagine risultante era buona, ma il cielo risultava ancora chiaro, e quindi è stata applicata la selezione con Intervallo-Colori, regolando la Tolleranza. Alla selezione inversa, così ottenuta con Correzione-Selettiva, è stato applicato il nero, ottenendo l’immagine finale. Il risultato di questa immagine in luminanza, era già affascinante; forse non meritava di essere trasformata in LRGB. Però anche il colore ha il suo fascino.


NGC 2264 , la nebulosa Cono in Monoceros.
Queste due pose di 50 minuti, riprese sotto un cielo poco trasparente dalla postazione di casa, hanno reso un negativo un po' velato, nonostante la pellicola Kodak 2415 + filtro Lumicon, e uno sviluppo energico come il D19 Kodak. Ciascuna immagine è stata selezionata con Intervallo-Colori e poi regolata con Luminosità-Contrasto per abbattere un po’ di foschia . In fase successiva le due pose sono state sommate e divise per due, ottenendo la media con Applica-Immagine, riducendo il rumore di fondo, se pure di poco. Le speranze un po’ svanite di salvare al meglio questa foto, sono tornate, quando è stata applicata la Maschera-Inverti-Scolora (da Applica-Immagine). Tutta la nube è emersa dal fondo-cielo con tutte le sue sfumature. Solo il cielo restava ancora chiaro, ma facendo tesoro delle esperienze fatte, dopo averlo scurito con il nero da Colore-Selettivo, con Editore-Sfumatura, Sfumatura-Radiale, Nuovo-Livello, Fusione-Schiarisci, il cielo si è trasformato in un bel nero al 90%, tendente al blu, in accordo con la crominanza, applicata successivamente. Le stelle senza “baffi”, per la presenza della crociera a bracci curvilinei, risultavano circondate da un alone di luce, specialmente le più luminose, a causa della serata piuttosto umida. Questo fatto disturbava la visione dell’immagine, perciò è stato applicato il filtro passa-alto, che in Photoshop 6 o superiore corrisponde a Minimo-Raggio-1, regolato da "Dissolvi": questo filtro se adoprato con raggio 1 lavora con un particolare algoritmo, che agisce quasi esclusivamente sulle stelle, eliminando l’alone e riducendone il diametro. Il risultato finale, dà un senso di maggior nitidezza essendo le stelle più puntiformi.


NGC 4565 , galassia in Coma Berenices.
E’ un classico esempio di galassia a spirale vista di profilo. Questo oggetto, è stato ripreso durante il suo passaggio al meridiano, ed è l’unico ad essere ripreso in Tricromia. I fotogrammi della pellicola 2415 sono stati esposti nel Rosso e nel Verde per 40 minuti di posa, e nel Blu 65 minuti. Questi tempi di esposizione sono stati scelti arbitrariamente, ad ogni modo sono influenzati essenzialmente dalla trasparenza del cielo e dall’elemento sensibile che riceve la luce. La conseguenza che deriva dalla scelta arbitraria dei tempi e dagli altri fattori, porta ad avere una dominante più o meno marcata verso uno dei tre colori, come è successo con la ripresa descritta. Dopo la compositazione, il colore non era soddisfacente dal punto di vista estetico, e per questo è stato corretto con Regola-Variazioni (Photoshop 6.0 o superiori). Anche sulle riviste del settore si può vedere questa galassia, con colori diversi, sia ripresa con varie pellicole, sia in Tricromia. Allora uno si domanda: quale sarà il colore giusto? Forse quello ripreso dall’ Hubble? Ripensandoci, sarà meglio continuare a lavorare in Luminanza e poi applicare un colore rilevato dal proprio archivio, magari da un fotogramma riuscito male dal lato tecnico ma valido dal punto di vista colore.


NGC 6960 , la nebulosa Velo in Cygnus.
Fotograficamente questo NGC rivela strutture che all’indagine visuale risultano sconosciute. Questa foto è l’unica ad essere ripresa da 1000 metri di quota, senza filtri, con pellicola T-MAX 3200 ISO. Quattro pose da 5 minuti, mediate con i Livelli, hanno abbassato notevolmente il rumore di fondo e una leggera Maschera-Sfuocata ha reso più evidente tutta la struttura. Si può notare la differenza di puntiformità delle stelle rispetto alle altre foto riprese con la 2415, che appaiono più diffuse e meno nette, specialmente le più deboli. Il colore è stato ripreso con una posa unica con la vecchia Konica 3200 che, anche se piena di rumore, è servita egregiamente ad applicare il suo colore alla Luminanza, dato che in fase di sovrapposizione con i Livelli il colore necessariamente deve essere sfuocato fino a perdere ogni dettaglio.


NGC 7000 , la nebulosa Nord America e il Pellicano, sono due riprese separate con pellicola 2415 hyper.
e compositate al fine di ottenere un campo maggiore e allo stesso tempo aumentare i dettagli.
Le riprese Sono state ottenute al primo fuoco di un telescopio Newton 250/f5 e successivamente elaborate con FITS Liberator, un Plugin creato per Photoshop dalla NASA. Anche il colore RGB è stato applicato con lo stessa Plugin. L'immagine appare poco "profonda" dato che le pose sono state relativamente brevi e le stelle, in quella zona, risultano di bassa magnitudine.


NGC 869-884 , ammasso doppio in Perseus.
Due ammassi bellissimi, che si prestano ad essere ripresi abbastanza facilmente, dato che non ci sono nebulosità da staccare dal fondo-cielo. Forse la difficoltà di questi ammassi è di non saturare le parti centrali, come sovente si vede. Sono in molti a fotografare oggetti del profondo cielo solo per mostrarli agli amici senza curarsi minimamente del risultato ottenuto. Alcuni avrebbero strumentazioni abbastanza valide, ma per negligenza o ignoranza, non si curano affatto dei risultati ottenuti, eppure li pubblicano sui loro siti spacciandosi per astrofili evoluti, vogliosi di insegnare agli altri. Per tornare al Perseo, che è stato ripreso con tre pose rispettivamente di 30, 20, 10 minuti, quella da 30, è servita da base che, sommata con quella da 20, con Applica-Immagine-Fusione Aggiungi, ha contribuito ad evidenziare le stelle più deboli, dato che la seconda posa è stata più corta della prima, e le stelle più luminose sono di diametro inferiore rimanendo “all’ombra”delle prime con posa più lunga, senza allargarne il diametro, come se la posa fosse uguale. Questa somma poi è stata compositata con la posa da 10 minuti, eliminando la saturazione dei nucleo.


La nebulosa Rosetta (NGC 2237-39) , in Monoceros.
Per ottenere questa foto in luminanza, sono stati necessari ben 170 minuti di posa, divisi in due notti consecutive. Dopo che la luce ha iniziato il suo processo per i primi 85 minuti, è stato chiuso ermeticamente il telescopio che, essendo a tenuta di luce, ha permesso di mantenere integro il fotogramma già parzialmente esposto. Il telescopio è stato quindi riportato nella posizione di inizio-posa. La notte successiva la stellina di guida si è presentata puntualmente con quattro minuti di anticipo, nel campo dell’oculare di guida. Giunta al centro del reticolo illuminato, (dato che il dito era già pronto sul pulsante del moto siderale), è bastata una leggera pressione per iniziare e proseguire la seconda esposizione di altri 85 minuti, sopra la prima. Ancora una volta la pellicola 2415 non hyper. ha fatto la sua parte. Naturalmente per ottenere pose così lunghe è necessario eliminare ogni più piccolo riflesso non bene opacizzato all’interno del tubo. Lo sviluppo di questo negativo è stato eseguito con Kodak D19 per un tempo di 6 minuti a 22° ( che è già un buon tiraggio), con lenta agitazione per favorire i mezzi toni e non saturare le luci. Come prima operazione, una volta digitalizzato al negativo, è stata tolta la leggera vignettatura (data la lunga posa), con il metodo Livello-Luce-Soffusa. Per staccare l’immagine della nebulosa dal fondo-cielo ed aumentarne la corposità, è stata applicata la Maschera-Inverti-Scolora. Per eliminare la luce diffusa intorno alle stelle, e renderle più nitide, è stato applicato il filtro Intervallo-Colori-Fusione-Luce-Puntiforme (Photoshop 6 o superiore). Come si può vedere anche con una sola posa, i risultati sono accettabili, basta dare alla luce il tempo di compiere il suo processo.


Tripletto Leo , queste tre Galassie relativamente vicine tra loro essendo riprese in un unico fotogramma, rappresentano un buon test per lo strumento e il filtro di contrasto usato per questa ripresa. L'illuminazione cittadina ostacola questo genere di riprese e per questo occorre pazienza ed aspettare il passaggio al meridiano locale in sincronismo con una serata di ottimo seeing. Questo tripletto rappresenta il meglio di una serie di prove riprese con vari filtri.