Tecniche di ventilazione
Questo non è, e non vuole essere un trattato sulla turbolenza interna, che affligge maggiormente gli strumenti riflettori, ma solo semplici constatazioni sul comportamento dell'aria all’interno dei Newtoniani.
Durante la ripresa di oggetti al disotto dell’equatore, il seeing si fa sentire maggiormente e non permette di sfruttare la risoluzione srumento-pellicola o strumento-sensore in caso di reflex o CCD. Per quanto possibile, sarebbe opportuno eliminare almeno la turbolenza strumentale, tipica dei telescopi a specchio, anche se sono chiusi. Questo è quanto è emerso dalle prove effettuate sul campo.
Anche quando il seeing è ottimo, in questi strumenti, si avverte sempre un disturbo che farebbe pensare alle correnti di tubo che generano piume di calore all’interno del tubo stesso. In realtà queste correnti dopo l’acclimatazione sono minime, mentre lo specchio, avente una massa propria notevole, in qualsiasi posizione esso si trovi, risente ancora per molto tempo (svariate ore) del delta termico fra il tipo di vetro che lo compone e l’aria che lo circonda.
Questa variazione anche se minima, fa sì che uno strato d’aria di pochi centimetri “stazioni” sulla superficie dello specchio (vedi la simulazione nella foto qui sopra). Questo spessore d’aria avente indice di rifrazione e temperatura diversa, essendo attraversato due volte, prima dai raggi paralleli in arrivo, che vengono deviati, e poi da quelli riflessi convergenti, che raddoppiano e mantengono la deviazione fino al punto di fuoco, fanno in modo che la risoluzione si abbassi notevolmente “appiccicando” le stelle le une alle altre, restituendo un risultato scadente rispetto alle possibilità che lo strumento può offrire. Il raggio Laser simula la ventilazione attiva e riflesso su se stesso non subisce deviazioni.
Per fronteggiare questo problema, sono stati sperimentati diversi sistemi di ventilazione ottenendo scarsi risultati: poi è “nato” il sistema in prova, che sostanzialmente consiste nello “spazzare” in modo continuo e trasversale, tutta la superficie dello specchio, con un getto d’aria costante a tempera ambiente. Nel caso in prova sono state adoprate dieci ventoline da computer a 12 Volt, con 5 cm di lato, accoppiate in linea in due gruppi da cinque: in altre parole, la prima linea di cinque ventoline da un lato, soffia aria all’interno del tubo e la seconda linea di cinque contrapposta alla prima aspira l’aria dall’interno del tubo, creando un flusso d’aria continuo e trasversale con spessore di 5 cm, che scorrendo veloce, impedisce alla massa dello specchio e della sua cella di riscaldare l’aria sovrastante, neutralizzando questo fastidioso delta termico che altrimenti, in certi casi può durare l’intera notte.
Questo sistema di ventilazione dovrà essere dotato di una regolazione di velocità, magari con un potenziometro a filo di giusto valore, per regolare il numero di giri adatto al seeing della serata.
Ancora una cosa è risultata importante: i due “treni” contrapposti di ventoline, pur essendo comandati da un unico regolatore di velocità, dovranno avere velocità diverse.
La linea di cinque ventoline che soffia aria all’interno dovrà essere corredata da una piccola resistenza messa in serie all’alimentazione per abbassare di poco la tensione e, di conseguenza, il numero di giri rispetto all’altra linea che aspira. Con questo piccolo ma funzionale accorgimento, l’aria aspirata è leggermente superiore a quella immessa, di conseguenza anche le eventuali piume di calore che vagano o stazionano all’interno del tubo sono aspirate velocemente, indipendentemente dal fatto che il tubo telescopico sia munito o meno di lastra correttrice.
Le ventoline una volta allineate e scatolate dovranno accostare in maniera ermetica al tubo del telescopio, mediante interposizione di una guarnizione di gomma che smorza anche eventuali vibrazioni.
Questo lavoro nel caso in esame è stato facilitato dalla sezione del tubo pressoché quadrata: volendo applicare questa ventilazione a un tubo circolare si dovrà provvedere a creare dei corpi avanzati sui due lati del tubo in modo da rendere paralleli fra loro i due “treni” di ventoline dato che la superficie riflettente dello specchio dovrà essere “spazzata” interamente e contemporaneamente fino ai bordi.
Dalle prove effettuate è risultato che per i primi minuti è bene regolare la velocità alla massima tensione, per poi osservare ad alto ingrandimento e diminuire la tensione agendo sul regolatore fino a quando l’immagine si stabilizza e le stelle doppie più strette risultino ben separate rispetto alla condizione di ventilazione assente.
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