Tecniche di ripresa

Una foto tutta digitale ripresa sotto un cielo di campagna

M101 e i suoi “cloni”: parola questa ultima che può far discutere, ma in questo caso la clonazione si è rivelata propizia. In realtà questa foto è stata ripresa in afocale con una camera Nikon 995.
Lo strumento 2 è stato corredato con un oculare da 40mm di focale, e 42mm di diametro, avente un’apertura f/0.95, (parametro da non sottovalutare ai fini della vignettatura e della luce trasmessa, con riprese in afocale).

Impostando lo zoom della Nikon a 20mm, la focale primaria del telescopio si è ridotta a 625mm e di conseguenza l’apertura del complesso, è salita f/2,5. Un buon rapporto di luminosità, che ha permesso di eseguire 20 pose da un minuto, con l’impostazione NR (Noise Reduction) nel menu della camera, e la sensibilità impostata a 800 ISO.
Al “treno” di frame 1-20 è stato sottratto in un primo momento, solo il classico Dark, con RegiStax, dopodichè l’intero “treno” è stato duplicato, ottenendo due serie di frame 1-20 perfettamente uguali tra loro. Della prima serie ne è stata fatta la pura media, dopo l’allineamento e relativo accatastamento con Registax.
La serie duplicata ha seguito un’altra strada: le 20 pose clonate sono state allineate con Photoshop, a due a due (1-2, 3-4, 5-6…..) con i livelli e salvate come livelli separati, poi mediate e parzialmente sommate variando la scala per incrementare il segnale.
Queste immagini clonate sono diverse fra loro come gli originali e pertanto è possibile sommarle ed ottenerne la media.
La foto 1 è uno dei venti frame originali con il Dark sottratto.

La foto 2 è la media ottenuta con Registax.

La foto 3 è la media ottenuta con Registax+regolazione curve.

La foto 4 è la media+somma parziale ottenuta con Photoshop.

La foto 5 è il risultato finale che è la media tra la foto 3 e la 4. Come si vede nella foto 4 il rumore introdotto dalla somma parziale è stato annullato dalla media con la foto 3 che ne è completamente esente. Come si può evincere da queste righe, le immagini clonate dall’originale non sono sempre impossibili da adoprare, come viene comunemente descritto. In certi casi possono essere trattate come comuni originali e allo stesso tempo ci fanno risparmiare ore di lavoro, al freddo sul campo di ripresa.

La Nikon 995 è stata equipaggiata con un oculare con diametro utile di 42mm avvitato alla fotocamera: questo diametro “generoso” si rende necessario per utilizzare tutta la corsa dello zoom della fotocamera senza creare vignettatura sul sensore. Questo oculare così montato si comporta come un gruppo rovesciante a lenti e lavorando in simbiosi con l’obiettivo Nikon tramite raggi paralleli, fa sì che la luce trasmessa sia quasi totale nonostante il numero di lenti interposte. E’ inutile affermare che l’allineamento dovrà essere perfetto.

Questa foto raffigura il telescopio2, accessoriato per la ripresa di M101. L’ST4 durante la guida fuori asse, riceve la luce da uno specchietto costruito a semicerchio per aumentare e facilitare le possibilità di trovare la stella di guida.
Essendo il telescopio aperto a f/5, l’ST4 con integrazioni di 3-4 secondi esegue una agevole guida con stelle fino alla 12-13 magnitudine, grazie anche alla puntiformità stellare fino ai bordi con formato 24x36.

Durante questa ripresa di M101, l’oculare avente una lunghezza focale di 40mm in combinazione con la focale primaria di 1250mm, produce 31,25 ingrandimenti che moltiplicati per la focale dell’obiettivo della Nikon nel caso 20mm ( focale relativa allo zoom utilizzato in quel momento), si ottiene la focale equivalente utilizzata di 625mm. Detta focale può anche risultare dividendo la focale dell’obiettivo Nikon per la lunghezza focale dell’oculare: 20mm/40mm= 0,5x1250=625mm. La riduzione della lunghezza focale, risultante da tutto il complesso, fa salire il rapporto di apertura f/5 ad f/2,5 con un incremento di luce pari a due stop: cosa che ha permesso di realizzare questa foto.





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